L'atlante Corbitis (Combitis) Print

rosa dei venti L'atlante nautico "Corbitis", già detto "Combitis"

Il ms. It. VI, 213 (=5982) della Biblioteca Marciana

 

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Atlante nautico su pergamena; legatura lignea ricoperta in pelle (cm 31 x 19,2 chiuso; le carte misurano 30 x 38 cm; i fogli sono incollati fra loro). Tav. 1 (ff.1v-2r): carta del Mar Nero, dell'Egeo (limite occidentale al flume carbon nel Peloponneso), e del Mediterraneo orientale con la costa africana fino a taocara; tav. 2 (ff.3v-4r): Mediterraneo centrale dal Peloponneso (limite orientale a zauatia) all'Italia, alla Francia, con un breve tratto della costa spagnola fino a s[an]c[t]o felio, Mallorca e Minorca; costa africana fino a solazo; tav. 3 (ff.5v-6r): Mediterraneo occidentale e Atlantico, con la costa africana fino a nife; Europa atlantica e settentrionale fino a dazia, Inghilterra e Scozia fino a londe (a est) e a desto (a ovest), Irlanda con le y. fortunate, le y. beate, le y. 368, e la montaGna de s[an]c[t]o brandan; tav. 4 (f.7v): Atlantico con la costa africana fino a inbuGder (Bojador) e la costa spagnola fino a bomaio; Isole Azzorre e Canarie (da nord a sud: y. de corui marini, liconiGi, s[an]c[t]o zorzi, y. la uentura, li colonbi, y. de brazil, caprara, louo, porto santo, y. de legname, y. de rinferno, y. saluaze, y. de canaria, y. de uegi marini, forte uentura, Grazioxa, y. de lanzaroto, maloxeli). Nota di possesso in scrittura gotica con tratti di mercantesca a f.8r (incollato al piatto posteriore): hec tabula ex testamento d[omi]nj nicholaj de co[r]bitis deuenit monast[eri]o cart[husiano] flore[ntino]. Altra nota, della stessa mano, sul foglio di guardia cartaceo incollato al piatto anteriore: tauole da nauechar fol. iiij. Centri principali a 16 direzioni, con 16 centri secondari a 32 direzioni. Rose dei venti con iniziali dei venti; due scale lineari a margine di ciascuna carta.

Il tradizionale appellativo di "Atlante Combitis" va cambiato in quello di "Atlante Corbitis", come da corretto scioglimento dell'abbreviazione nella nota di possesso a f. 8r. Il nome del possessore può forse essere ricondotto alla famiglia Corbizzi, attestata in Firenze fin dal secolo XIII. Si conosce ancora un Littifredo Corbizi, miniatore, attivo a Firenze nel XV secolo  Il monastero nel quale si conservava questo atlante è certamente la Certosa del Galluzzo, nei pressi di Firenze, fondata nel 1341. Di sicuro veneziana è la forma dei toponimi, e particolarmente numerosi sono quelli delle località vicine a Venezia, normalmente non segnate sulle carte nautiche (come ad esempio la Giudecca, Marghera, Mestre). L'insolita - e caratteristica - abbreviazione di "golfo", che in questo atlante e in quello detto Pinelli-Walckenaer compare nella forma "lGz" (e non "lbz", come si è finora asserito), non trova riscontro in altri atlanti; tuttavia se questo codice è di origine veneziana, ipotesi assai probabile, l'abbreviazione potrebbe forse essere ricondotta a termini di uso marinaresco quali alargar o largeza, che indicano la direzione del mare più aperto. Priva di ogni fondamento la datazione 1368, che si deve a un'errata lettura dell'indicazione y[sole] 368 a f. 5v. Il metodo adottato da Campbell per la datazione delle carte nautiche, basato sul numero di "nuovi" toponimi che in esse figurano, ha indotto lo studioso inglese a collocare questo codice nella prima metà del XV secolo; se tale ipotesi appare accettabile a seguito dell'efficacia che tale metodo ha dimostrato con altre carte non datate, essa contrasta tuttavia con un'indicazione assai precisa contenuta nell'atlante Pinelli-Walckenaer, che si deve allo stesso autore di questo atlante marciano. Il Pinelli-Walckenaer si apre infatti con un calendario che contiene anche i giorni della Pasqua per gli anni 1384-1410 (con aggiunte posteriori, di altra mano). Poiché numerosi altri atlanti nautici, a partire da quelli di Vesconte, presentano simili calendari le cui date di riferimento concordano generalmente con quelle di composizione delle carte, parrebbe abbastanza singolare la mancata coincidenza, in questo caso, fra data di compilazione e data del calendario. COR e PIN presentano inoltre tali somiglianze fra loro che è difficile pensare che possano essere stati composti a grande distanza di tempo uno dall'altro. D'altra parte, se si accetta il 1384 quale data di riferimento per il Corbitis e il Pinelli-Walckenaer, non si può non constatare un "dislivello" fra queste due opere e gli altri atlanti e carte della seconda metà del Trecento, che sono meno ricchi di indicazioni topografiche. La questione rimane perciò aperta, anche se si propende per la datazione di quest'opera alla fine del XIV secolo.